Guarda la luna, la lune ne garde aucune rancune,
strizza il suo occhio languido,
sorride agli angoli,
liscia la chioma dell’erba.
La luna ha perduto la memoria.
Un vaiolo slavato le screpola la faccia,
gira con la mano una rosa di carta,
che profuma di polvere e d’eau de Cologne,
è sola, con tutti gli antichi profumi notturni
che le incrociano e incrociano dentro il cervello
[…]
La piccola lampada disegna un cerchio sulla scala.
Sali.
Il letto è pronto; lo spazzolino è appeso al muro,
Posa le scarpe davanti alla porta, dormi, preparati alla vita.
L’ultimo rigirarsi del coltello.
Annunci