Tentazioni

Da alcuni giorni riflettevo su alcune discussioni estenuanti, su non risposte, di giri a vuoto e scortesie.
Poi stanotte, girando per le mie “Islands“, ho trovato uno struggente “aprile” (di Thomas S. Eliot) e queste poche, semplici parole:

Una tentazione. Qualcuno non sa resistere. Creare in rete piccoli circoli chiusi. Gente che si parla solo con gente che apprezza e dalla quale è apprezzato. Avviene a destra e a sinistra. I piccoli network sociali sono facili e soddisfacenti. Ma la rete è anche esplorare, ascoltare lo sconosciuto, discutere e spesso non capirsi. Fa soffrire. Ma lo scopo è sempre regalare il proprio tempo nella speranza che questo serva a rinsaldare una società che ha bisogno di pace. La condizione: rispettarsi.

L’oscurantismo è guardare all’appartenenza di gruppo ed escludere gli altri. Tentare di cancellarli, con la microconflittualità, la micropolemica. La goccia estenuante. L’oscurantismo è il branco culturale. E’ credere, o non credere, senza ascoltare e senza dimostrare con i fatti.
[Luca de Biase]

4 commenti su “Tentazioni

  1. Mah!
    Si parla di ascolto dello sconosciuto, hai “ridotto” la frase. Se non facevo così, non avrei “conosciuto” Mauro, Fausta, Aicha ecc. per esempio.
    Vuol dire aprirsi a comprendere cosa dice l’altro. Cosa difficilissima, ho trovato poca gente, soprattutto a sinistra, disposta a mettere in discussione le proprie certezze.
    Dov’è l’utilità del piccolo gruppo? Ah, ovviamente non dimentichiamo il contesto, stiamo parlando di internet 😉

  2. L’utilità del piccolo gruppo non sta nel cercare di diffondere ciò che si ritiene giusto, ma nel sentirsi appagati dal sentirsi dare spesso ragione.
    Parlare al di fuori del gruppo, non solo è dimostrazione di solidità ma soprattutto da la possibilità di raggiungere nozioni alle quali, solitamente, ci si preclude, nozioni che quasi sempre fanno cambiare, anche solo parzialmente, opinione. Questa è una condizione spaventosa, ci si ritiene coerenti quando si rimane sempre sulle medesime posizioni, coerenti, invece, lo si è quando con l’immaginazione, con il sentimento e con i gesti si persegue un obiettivo, a costo di cambiare idea.
    Ogni tanto esco dal gruppo, per farlo utilizzo energie e risorse che quasi mai danno risultati soddisfacenti, ma se facendolo inserisco una nuova nozione o assimilo una nuova nozione, il fatto non lo si deve annoverare tra gli sprechi.
    Un abbraccio

  3. Max,come sono contenta di rileggerti (con frequenza). Ho sempre apprezzato la semplicità delle tue considerazioni. La “normalità” delle tue riflessioni, merce rara oramai.
    abbraccione

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