Con la mente dubbiosa

Blues d’una volta
e cose da dire –
non andare a casa
finché non vengono a prendermi.
Vedi il cielo
nero come la notte,
bevi cosa
c’è da bere.
Dio è morto,
uomini lo rimpiazzano,
il mondo è tutto
tondo.
Pensaci,
tutti questi anni,
nessuno è più saggio
anche se più vecchio.
Carne, carne,
urla in corpo,
sai,
devi dormire.
Devi mangiare, ragazzo,
devi.
E tu invece
non vuoi.
Quando mi sdraio
il grande letto
diventa il cuscino
della mia testa addormentata.
Quando cado,
cado,
vado proprio
giù in fondo.
Nessuno
mi tocca
con
la mente dubbiosa.
…..

Mani sante

dita degli apostoli

Per le crêpes: un uovo, tre mezzi gusci d’acqua naturale, poche gocce di liquore limoncello
Per il ripieno: ricotta ottenuta con il latte prodotto da mucche allevate nel sud-est barese, zucchero a velo q.b. scorza di limone grattuggiata

on air

Senza temere il vento e la vertigine

Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole, ma che appunto perciò mi si presentano come decisivi. Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell’esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d’essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni. Italo Calvino, Se una notte d’inverno… Mondadori

Robert Johnson, Me and the Devil Blues

La California (CCR)

Down on the corner Creedence Clearwater Revival, Willy and the Poor Boys, 1969

lacalifornia

A un estraneo che chiedesse un esempio significativo di rock non potremmo, per onestà, che presentare un brano dei Creedence Clearwater Revival. Se poi costui ci chiedesse se i Creedence Clearwater Revival siano stati la massima espressione del rock, faremmo pure bene a rispondere di no. Ma bisogna imparare la grammatica prima di poter scrivere; e non c’è alcun scrittore che non sappia la grammatica. Quindi, se non conoscete i Creedence Clearwater Revival potete pure ritenere di non conoscere la grammatica del rock, di non sapere cos’è, prima di tutto, il rock: di non sapere come questo suoni ondarock.it

Cosmo’s Factory (Fantasy, 1970), probabilmente il loro capolavoro, punta fin da Ramble Tamble sulle cadenze viscerali e trascinanti del blues del Delta e sulle atmosfere inquietanti dei rituali della jungla. Nasce cosi` Run Thru The Jungle, l’incubo piu` tetro e ipnotico della loro carriera. Ma il gruppo ha raggiunto la maturita` nel reinterpretare la tradizione e lo dimostra con Travelin’ Band, secondo dei loro grandi rock and roll, Looking Out My Backdoor, ragtime orecchiabile ed effervescente, Up Around The Bend, ruggente shout a ritmo boogie, e Who’ll Stop The Rain, gospel accelerato su un incalzante jingle-jangle. scaruffi.com

In quarantadue minuti, la forma-canzone di Fogerty, ora fatalista e arrabbiata, ora compassionevole, vive l’apice creativo.
Sono bastati pochi anni per portare i Creedence in cima alle stelle dell’olimpo rock: un’abitazione celeste tuttavia da sempre sgradita alla band. I Creedence sono troppo innamorati di valori fuori moda per risultare “trendy”: niente droga/sesso/violenza o ideali rivoluzionari, nessuna aderenza alle avanguardie o all’underground. L’energia pura, elementare, scaturita da quei brani non ha bisogno di chiavi segrete per essere codificata. Nessuna condivisione di atteggiamenti divistici né tantomeno lo stesso vocabolario o vestiario.
Per questi motivi non hanno mai varcato la soglia che dal culto porta all’icona culturale: diversamente dagli Stones, da Dylan o dai Doors, i Creedence Clearwater Revival non abitavano i sogni bagnati dei teenager. Con quelle barbe e occhiali non si rimorchiava ondarock.it

[Invece a me piacevano, mbà]